Il mio incubo di un mercato libero

Mercato libero?

Da anni seguo cosa succede al riguardo delle direttive europee che non permettono al privato all’estero di comprare il vino italiano via corrispondenza, anche se ci sarebbero delle soluzioni logistiche efficaci. Ovvero, visto dal lato opposto: le direttive che non ammetto al vignaiolo o la piccola cantina di poter vendere il proprio vino all’estero.

Sono solo tre parole che pesano a tutti di dimensioni medie-piccole: “trasportate dal medesimo” e vuol dire, il vino si può solo comprare, quando lo straniero si recca personalmente in Italia e si riempie la macchina con (massimo 90 litri, spumante solo fino a 60 litri) del suo vino preferito.

Katrin Walter foto del teaser del suo articolo (glossa) con il titolo: Il mio incubo di un mercato libero

Quando in autunno 2012 MilleVigne mi aveva chiesta di scrivere un articolo sul tema, non sono riuscita a farlo senza ironia, visto che da anni non cambia niente. Il pezzo è stato pubblicato „solo“ come link dalla newsletter di MilleVigne e magari non tutti voi lo ricevete già (per iscriversi). Perciò vorrei ri-proporrvi anche qui il mio artiolo ovvero la mia glossa con il titolo „Il mio incubo di un mercato libero“  in formato pdf, cliccando qui.

Vi auguro una buona lettura della mia giornata e avventura in „fakebook“ la quale mi porta ad un incubo, un sogno, un incubo, un sogno … scoprilo cliccando il link sopra!

Ma qualcosa sembra di muoversi … teniamo sotto occhio questo tema, sopratutto anche in Wein-Plus (notizie in italiano su www.wein-plus.it).

 

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